Arte giapponese: bellezza e natura in tre diversi stili tradizionali
L’arte giapponese è famosa in tutto il mondo per la sua bellezza ed eleganza. Se anche tu ne sei affascinato, in questo articolo potrai imparare a conoscerla meglio
Chi non ha mai visto la famosissima onda del maestro Hokusai o le bellissime donne di Utamaro? Per non parlare delle numerosissime raffigurazioni del monte Fuji. Non c’è dubbio: l’arte giapponese è rinomata in tutto il mondo, e un motivo ci sarà.
Su Scambieuropei abbiamo già parlato di maschere, demoni e tattoo giapponesi, di parole intraducibili e donne giapponesi che hanno fatto la storia. Dopo gli haiku e le curiosità sul Giappone, è giunto il momento di provare a raccontarti, brevemente, qualcosa di più sull’arte giapponese.
Arte giapponese: il ruolo della natura
La grande onda di Kanagawa, Katsushika Hokusai, 1831
Uno dei soggetti privilegiati dell’arte giapponese è la natura. Nell’ onda di Hokusai la vediamo rappresentata nella sua forza inarrestabile, mentre nei dipinti paesaggistici è esaltata la sua dimensione più armoniosa.
La natura riveste un ruolo centrale nella cultura e nell’arte giapponese per via dello shintoismo, una religione politeista e animista praticata in Giappone fin da prima dell’arrivo del buddismo, importato dalla Cina nel 6° secolo. Secondo lo shintoismo, tutto ciò che esiste in natura è espressione di una divinità, detta kami.
Ne consegue che i dipinti che raffigurano paesaggi o soggetti naturali non rappresentano solamente un oggetto fisico del mondo terreno, ma un vero e proprio ritratto del mondo sacro.
La prima forma di arte giapponese: Yamato-e
Wakamurasaki (La giovane Murasaki), attribuita a Tosa Mitsuoki (1617–1691)
Questo stile pittorico, nonostante sia fortemente influenzato dalla tradizione pittorica cinese della dinastia Tang, è considerato lo stile classico giapponese. Il termine, letteralmente “pittura giapponese”, veniva inizialmente utilizzato per distinguere le produzioni artistiche giapponesi da quelle cinesi coeve.
Lo stile yamato-e si emancipò gradualmente dall’influenza artistica della Cina sostituendo i tipici paesaggi cinesi con rappresentazioni di flora e fauna locali, raggiungendo il suo massimo sviluppo nel tardo periodo Heian (che va dal 794 al 1185).
I soggetti privilegiati dei dipinti yamato-e sono la bellezza della natura, rappresentata nelle quattro stagioni o tramite il ritratto di luoghi famosi, oppure degli episodi narrativi, con o senza didascalia. Spesso in questi dipinti troviamo una grande cura per i dettagli di alcuni soggetti e ambienti, mentre il resto è offuscato da delle nuvole.
Dipinti a inchiostro: Sumi-e
Paesaggio in stile Haboku, Sesshū Tōyō (1420-1506)
Il sumi-e è la tecnica di pittura giapponese a inchiostro e acqua ed è caratterizzato, nei suoi tratti tradizionali, dalla monocromia. Anche questa tecnica nacque in Cina durante la dinastia Tang, ma venne importata in Giappone da dei monaci buddisti Zen solo nel 1300.
Questa corrente pittorica raggiunse il suo massimo splendore tra il 1338 e il 1573, nell’era Muromachi. Per realizzare questo tipo di dipinti era necessario servirsi di pennelli realizzati con i peli di diversi animali (pecore, lupi, cavalli, bue, coniglio…), ciascuno dei quali permetteva la realizzazione di un particolare tipo di linee o effetti cromatici.
I temi privilegiati in questa particolare forma d’arte giapponese sono ancora una volta le stagioni, rappresentate tramite piante diverse: orchidee per la primavera, ume per l’estate, crisantemi per l’autunno e bambù per l’inverno.
L’arte delle stampe: Ukiyo-e
Hara, 13esima stazione delle Cinquantatre stazioni del Tōkaidō, Hiroshige, 1833–34
Probabilmente una delle forme artistiche più iconiche della tradizione giapponese, l’ukiyo-e consiste nella realizzazione di xilografie ricavate incidendo blocchi di legno che venivano poi dipinti e usati per stampare su carta numerose copie dello stesso disegno.
Le xilografie sono i prodotti più tipici di questo stile, ma non mancano anche esempi di dipinti realizzati seguendo le principali caratteristiche dell’ukiyo-e. Il nome significa “mondo fluttuante” e fa riferimento allo stile di vita edonistico dei nuovi centri urbani arricchitisi durante il 17° secolo.
I soggetti privilegiati dall’ukiyo-e sono bellissime cortigiane, attori di teatro, lottatori di sumo e scene cittadine. A questi si aggiungono, successivamente, rappresentazioni naturali, come nelle famose opere di Hokusai (ad esempio nelle Trentasei vedute del Monte Fuji) e di Hiroshige (in foto).
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Fonti: Japanobjects, Wikipedia