Demoni Giapponesi: i Mostri e gli Spiriti della tradizione nipponica
I Demoni Giapponesi, insieme a fantasmi e spiriti, sono un pezzo importante delle tradizioni e della cultura nipponica e, ancora oggi, influenza l’immaginario e le produzioni giapponesi: dai manga ai videogiochi.
Yokai non è solo la parola giapponese per indicare un demone, ma indica anche un momento, una sensazione di terrore e confusione, o di stupore di fronte ad un evento straordinario e inafferrabile, spiegabile solo con l’intervento di un’entità soprannaturale.
Cerchiamo di capire quali sono e cosa rappresentano i principali demoni, spiriti e mostri della tradizione giapponese.
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Oni
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Gli Oni (鬼) sono uno specifico tipo di yōkai, ogre, o troll della tradizione giapponese.
Di solito sono raffigurati come mostri rabbiosi, con molti occhi e corna che spuntano fuori dalla loro testa, la pelle rossa, verde o blu e con una mazza chiodata di ferro (Tetsubo).
Secondo il folklore giapponese ogni febbraio, nella città di Setsubun, si celebra un festival in cui le persone lanciano semi di soia davanti alle proprie case gridando:”Oni wa soto! Fuku wa uchi!” (“鬼は外!福は内!”, “Oni vai via! Benedizione entra!”)
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Kiyohime
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Kiyohime era una giovane ragazza abbandonata dal suo amante, un monaco di nome Anchin, che con il tempo aveva perso interesse in lei.
Quando realizzò di essere stata lasciata, Kiyohime seguì il monaco lungo un fiume e si trasformò in un serpente nuotando accanto alla sua barca.
Terrorizzato dalla sua forma mostruosa, Anchin cercò rifugio in un tempio, dove gli altri monaci lo nascosero dentro una campana.
Il demone però non si fece ingannare, riconobbe l’odore dell’ex-amato, suonò la campana con la sua coda di serpente e ci sputò sopra del fuoco sciogliendola e uccidendo Anchin.
Oggi Kiyohime è anche il nome di un personaggio del famoso Videogioco Fate/Grand Order
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Yuki-onna
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Esistono molte varianti di questa popolare leggenda giapponese.
Solitamente Yuki-onna è descritta come una donna dalla pelle bianca, che veste un Kimono dello stesso colore e porta lunghi capelli neri.
Appare sempre durante le nevicate e scivola sopra la neve senza piedi, come un fantasma.
Si ciba dell’essenza umana e il suo metodo di uccisione è quello di soffiare sulle proprie vittime in maniera tale da congelarle a morte, per poi succhiare la loro anima dalla bocca.
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Shuten Dōji
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Shuten Dōji è descritto come un mostro alto più di 15 metri con un corpo rosso, cinque corna e quindici occhi. Tra i demoni giapponesi è sicuramente uno dei più mostruosi.
In una leggenda medievale, i guerrieri Raikō e Hōshō si infiltrarono nella tana dello Shuten Dōji travestiti da Yamabushi (monaci di montagna) per salvare una donna rapita. Il demone li accolse con un banchetto di carne e sangue umani, e i due guerrieri in incognito gli offrirono del Sake avvelenato che lo uccise.
Shuten Dōji è anche il nome di un manga anni 70 del leggendario Gō Nagai.
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Yamauba
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Altro demone giapponese di tradizione medievale, si crede che i Yamauba siano vecchie donne emarginate dalla società e forzate a vivere sulle montagne, con una predisposizione al cannibalismo ed una seconda bocca nascosta nei capelli.
Tra le tante leggende una racconta di una Yamauba che offre rifugio ad una giovane donna incinta, mentre pianifica segretamente di mangiare lei e il bambino.
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Uji no hashihime
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In un’altra leggenda giapponese di una donna abbandonata, Uji no hashihime (La Vergine sul ponte del fiume Uji) pregò una divinità per trasformarla in un Oni, in maniera tale da poter uccidere il marito infedele, la sua amante e tutti i familiari.
Per riuscirci, si immerse nel fiume Uji per 21 giorni, divise i suoi capelli in cinque corni, si colorò il corpo di rosso e iniziò la sua vendetta sanguinaria. Oltre alle sue vittime, chiunque la vedesse moriva di paura
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Kappa
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I Kappa, letteralmente “bambini del fiume” sono dei Yokai molto antichi, che avevano la funzione di spaventare i bambini per tenerli lontani dall’acqua alta.
Con una forma antropomorfa, mani e piedi palmati, e un guscio di tartaruga sulla schiena, i Kappa hanno anche un piatto in testa in cui tengono dell’acqua calda. Questo piatto contiene la forza vitale di questo spiritello spiritoso e meschino, che può anche rapire donne e bambini.
Fatto interessante: i Kappa vanno matti per i cetrioli…
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Tengu
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Letteralmente “Cane del Paradiso“, il Tengu è considerato una divinità nella religione Shintoista, mentre viene visto come un demone giapponese guerriero nel Buddismo, del quale è un temibile nemico.
Alcuni Tengu sono buoni ed altri sono cattivi, hanno svariate forme, principalmente simili ad uccelli antropomorfi con la faccia rossa e un lungo naso o becco. Portano spesso un ventaglio di piume con il quale scatenano venti e tempeste.
Fatto interessante: esiste un emoji dedicato al Tengu. Si proprio quello lì: 👺
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Tsukumogami
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Quando parliamo di Tsukumogami stiamo parlando di spettri (Yurei) e non di demoni; si tratta di oggetti che, diventati antichi e vetusti acquisiscono un proprio spirito ed una identità.
Ne esistono tantissimi, ognuno con un nome diverso che indica l’oggetto in questione, tra questi:
Bakezōri – Uno Zōri (tradizionali sandali di paglia)
Boroboroton – Un Futon
Chōchinobake – Una lanterna
Kameosa – Un otre
Karakasa – Un ombrello di carta
Kosode-no-te – Un kimono
Questi oggetti animati possono arrabbiarsi quando sono trattati in maniera irresponsabile e con spreco.
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