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Leggende urbane giapponesi: demoni, fantasmi e luoghi maledetti

Redazione



Esistono moltissime leggende urbane giapponesi da fare accapponare la pelle, nate in un paese che non è solo noto per la sua cultura e tecnologia.

Storie paranormali che hanno varcato i confini e raggiunto poi il mondo intero.

Ovviamente non c’è modo di sapere se queste leggende siano realmente accadute.

Tuttavia, ci sono alcune persone che lo prendono molto sul serio, non volendo rischiare di nominare determinate forze ed entità per paura di suscitare l’ira degli spiriti.

Ecco le principali leggende urbane giapponesi che hanno varcato i confini del Giappone e sono arrivate fino a noi.



Leggende urbane giapponesi: Teke Teke

Leggende urbane giapponesi train station

Si dice che si tratti del fantasma di una donna, più precisamente di una scolaretta, caduta accidentalmente sui binari del treno nello stesso momento in cui il treno era a pochi metri dalla fermata.

Il corpo della giovane donna fu tranciato a metà.

Inoltre, altri dicono che sono stati i suoi stessi colleghi a causare l’incidente e quindi il suo spirito vendicativo.

Poiché metà del suo corpo le manca, per muoversi si trascina con le mani e i gomiti. E il suono particolare che emette quando striscia è ciò che gli dà il nome: Teke Teke.

E da allora il fantasma di Teke Teke infesta di notte le stazioni ferroviarie giapponesi.



Kuchisake-Onna

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La leggenda narra che in Giappone viveva una bella donna che era la moglie di un samurai.

Ma tale era la sua bellezza che fu voluta da altri uomini, essendo più volte infedele al marito.

Alla fine, un giorno, arrabbiato e geloso delle azioni di sua moglie, afferrò la sua katana e le tagliò la bocca, quindi iniziò a mutilarla.

Da allora è diventata un’anima perduta che va in giro di notte con indosso una maschera e se incontra un giovane le chiede: “Sono bella?”

Se il giovane risponde di sì, lei si toglie la maschera e gli chiede: «e adesso?». Spaventare tutte le persone e poi tagliare la bocca alle loro vittime con le forbici.




La galleria Kiyotaki

Leggende urbane giapponesi tunnel

Costruita nel 1927, è lunga 444 metri, che per la cultura giapponese questo numero è il significato di sfortuna e morte.

Poiché “4” si pronuncia “shi-四” che foneticamente suona come la parola “morte“, “shi-死“.

Si dice che sia un tunnel maledetto perché ci sono gli schiavi morti durante la sua costruzione e i cui spiriti sono ancora intrappolati all’interno.

Inoltre diversi testimoni affermano che attraversando quella galleria di notte si possono vedere alcuni fantasmi, alcuni addirittura compaiono all’interno dell’auto provocando un incidente mortale.



Aka Manto

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La storia di Aka Manto, che in giapponese significa “mantello rosso“, parla di una ragazza che è stata umiliata nei bagni di una scuola giapponese e che, dopo la morte, cerca la sua tanto attesa vendetta.

Chi si nasconde dietro quel mantello rosso è uno spirito malvagio.

Si dice che Aka Manto cercherà sempre la persona che è nell’ultimo gabinetto della fila, quindi apparirà e chiederà se vuole carta igienica rossa o blu.

Se la persona sceglie la carta rossa ti taglierà il collo, ma se sceglie la carta blu subirà un lento strangolamento.

E se deciderai di nominare un altro colore subirai la sua furia trascinandoti all’inferno.

L’unica risposta per sbarazzarsi di questo fantasma è semplicemente rispondere che non hai bisogno di carta.



Leggende urbane giapponesi: La bambola Okiku

doll

Tutto ha inizio nel 1918 quando Okiku, una bambina, riceve una bambola da suo fratello.

La ragazza si affeziona molto alla bambola a cui ha dato il suo nome, ma anni dopo Okiku muore improvvisamente a causa di un raffreddore.

Dopotutto la famiglia ha deciso di tenere la bambola in onore e rendere omaggio alla bambina.

Poco tempo dopo la famiglia inizia a notare che i capelli della bambola erano cresciuti, cosa che presumevano fosse che lo spirito della ragazza fosse nella bambola.

Successivamente la famiglia si trasferì nel 1938 e lasciò la bambola alle cure del Tempio Mannenji.

Che fino ad oggi ha la bambola da 16 pollici in mostra e da allora ha visto i suoi capelli crescere sotto le ginocchia, il che ha costretto periodicamente a tagliarli.





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Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile