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Lingue neolatine: le radici delle nostre lingue

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Redazione

Quali sono, come si sono sviluppate e dove vengono parlate oggi le lingue neolatine? Scopriamo alcune curiosità sulle lingue romanze

Come si sono sviluppate le lingue neolatine?

Durante il declino dell’Impero romano, dopo la frammentazione e il crollo della metà occidentale nel V e VI secolo, le varietà parlate del latino divennero più isolate l’una dall’altra andando a formare le lingue neolatine.


La caduta definitiva dell’impero romano d’occidente portò a una rapida frammentazione dei poteri nei vastissimi territori un tempo sottoposti al dominio di Roma.


La diminuzione degli scambi culturali tra territori e popoli lontani favorì la nascita di dialetti differenti tra loro, che condividevano la comune discendenza dal latino.


I dialetti si discostarono dal latino classico a un ritmo accelerato, e alla fine si evolvettero in vere e proprie lingue diverse e riconoscibili.


Gli imperi coloniali costruiti da Portogallo, Spagna e Francia dal XV secolo in poi hanno diffuso le loro lingue negli altri continenti a tal punto che circa due terzi delle persone che parlano lingue neolatine oggi vivono fuori dall’Europa.


Già intorno all’anno mille le principali lingue neolatine si erano già molto diversificate tra di loro e dal latino nei vari ex-territori dell’impero romano d’occidente.

Quali sono le lingue neolatine?

Le lingue neolatine, chiamate lingue romanze, sono le lingue che si sono evolute dal latino volgare in particolare dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.).

Sono un sottogruppo delle lingue italiche all’interno della famiglia linguistica indoeuropea.


Ci sono più di 900 milioni di madrelingua di lingue neolatine nel mondo, che vivono principalmente nelle Americhe, in Europa e in alcune parti dell’Africa.


Le principali lingue romanze hanno anche molti non madrelingua e sono ampiamente utilizzate come lingua franca.


Ciò è particolarmente vero per il francese, ampiamente utilizzato in tutta l‘Africa centrale e occidentale, Gibuti, Libano e nel Nord Africa.

1. Spagnolo

In Spagna si sono sviluppate due lingue, il catalano e il castigliano. L’attuale spagnolo oggi conta 489 milioni di madrelingua, rappresentando la lingua neolatina più parlata per numero di madrelingua.


Infatti il 49% dei parlanti una lingua neolatina, parla lo spagnolo. Inoltre la maggioranza di questi parlanti non abita in Spagna ma in una delle ex-colonie fuori dall’Europa.


2. Portoghese

Il portoghese è la seconda lingua neolatina più parlata, con 283 milioni di madrelingua, il 23% dei parlanti lingue neolatine.


Come per la Spagna e la Francia, dato il suo passato coloniale, oggi il portoghese è parlato più in America Latina rispetto che in Europa.

3. Francese

In Francia, sono tradizionalmente riconosciute due lingue fondamentali; la lingua d’oc (occitano) e la lingua d’oil al centro-nord che è poi finita per diventare il francese contemporaneo.


Ci sono attualmente 267 milioni di persone che parlano francese al mondo, di cui 79,6 nativi e 187,4 stranieri. Anche in questo caso il ruolo del passato coloniale francese nella diffusione della lingua è evidente.


4. Romeno

Nell’attuale Romania, il romeno è parlato da 67 milioni di persone e si è sviluppato dal latino della colonia romana della Dacia, nella Dalmazia e nelle isole dell’Adriatico, insieme al dalmatico, oggi estinto.


Nei secoli ha assorbito forti influenze dalle lingue slave, nonostante il 39,24% delle parole della lingua romena derivi direttamente dal latino e il 22,12% dal francese, soprattutto per quanto riguarda termini tecnici.

Lingue neolatine iscrizione gotica

5. Italiano

In Italia il latino si è sviluppato in due ceppi principali: il sardo e l’italiano, che è attualmente parlato da 67 milioni di persone, cioè il 7,7% dei parlanti lingue neolatine.


Gli altri dialetti della penisola non fanno parte di questo elenco in quanto la lingua sarda è evoluta dal latino sviluppando un proprio sistema originale, mentre gli altri dialetti sono evoluti dall’italiano.


In Alto Adige, in alcune zone del Friuli, nel Cantone dei Grigioni in Svizzera, si è evoluto il ladino (o retoromanzo) una lingua che ha mantenuto molti legami con la grammatica e la struttura linguistica latina.


L’italiano è la lingua nazionale più vicina al latino, seguita da spagnolo, rumeno, portoghese e la più divergente è il francese.


Tenendo conto di tutte le lingue romanze, comprese le lingue nazionali e regionali, il sardo e l’italiano sono insieme quelle che si sono meno differenziate dal latino, e l’occitano è più vicino al latino che al francese.

Perché le lingue neolatine si chiamano anche romanze?

Il termine lingua romanza deriva dall’avverbio latino volgare romanice, “in romano”, derivato da romanicus, essendo la lingua veicolare che si parlava nei territori controllati dall’impero romano.


Ad esempio, nell’espressione romanice loqui, “parlare in romano” (cioè il latino volgare), contrapposto al latino medievale, usato nella scrittura, e con barbarice loqui, “parlare in barbaro” (le lingue non latine dei popoli che vivono fuori l’Impero Romano).


Da questo avverbio ha origine il sostantivo romanzo, che inizialmente si applicava a qualsiasi cosa scritta in romanice, o “in volgare romano”.


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Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile