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Insegnare italiano in Turchia: l’esperienza di Arianna

Redazione

Arianna ha fatto uno stage a Smirne come insegnante di italiano presso il Centro Culturale Italiano “Carlo Goldoni”. Ci racconta com’è andata

 

Arianna Paolella è partita con Scambieuropei per andare a insegnare italiano in Turchia. Le abbiamo chiesto di condividere con noi la sua esperienza. Questo è il suo racconto.

 

 

L’arrivo

5 ottobre 2019: Arrivo a Smirne a tarda sera e lì vengo accolta e accompagnata al mio alloggio dalla persona che di lì a poco sarebbe diventato il mio collega turco, insegnante di italiano.

 

Dopo una settimana di inserimento, durante la quale ho ricevuto tutte le informazioni utili sia per il lavoro che avrei svolto sia a livello pratico per districarmi in un nuovo paese di cui conoscevo poco o niente, inizio finalmente il mio stage, che per mia somma contentezza si è rivelato a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro.

 

Proprio così, mi sono state assegnate cinque classi di livelli compresi tra B1 e C1, il materiale didattico e un’estrema fiducia nello svolgimento del mio lavoro, che mi ha dato la carica e la motivazione per cominciare al meglio la mia nuova mansione.

 

 

Insegnare italiano in Turchia

scuola italiano in turchia

Foto: Arianna Paolella

 

E così è cominciata una delle esperienze più interessanti, profonde e formative che abbia mai fatto nella mia vita. Superate le prime difficoltà nel ricordare una cinquantina di nomi tra quelli degli studenti e dei colleghi e di adattamento in un nuova città, mi sono sentita immediatamente a mio agio in questo nuovo contesto ,che si è rivelato poco dopo una seconda famiglia, nel vero senso della parola.

 

A sole due settimane dal mio primo giorno, vengo convocata dalla Direttrice, la quale mi propone di rimanere per ancora un bimestre (si, perché l’esperienza sarebbe dovuta durare solo due mesi e mezzo), poiché aveva ricevuto un feedback più che positivo dagli studenti, dagli insegnanti e dai collaboratori del centro.

 

Sono rimasta piacevolmente stupita: le mie piccole ansie da prestazione e l’incertezza di poter svolgere nel migliore dei modi il mio lavoro avevano totalmente azzerato la più lontana speranza di poter essere apprezzata a tal punto.

 

Eppure, sembravo essere la persona giusta nel posto giusto. Questa è stata per me un’ulteriore fonte di motivazione, appagamento e spinta a dare il massimo e a svolgere il mio lavoro al meglio. Ho lavorato seriamente, sono cresciuta molto a livello professionale e ho imparato tanto…

 

In pochissimo tempo ho consolidato il mio rapporto con gli studenti e i colleghi e andare a lavorare era un grande piacere, non solo perché facevo quello che amavo, ma anche perché lo facevo con delle persone piacevoli, in un contesto piacevole.

 

 

Il lavoro e l’ambiente

studenti italiano in turchia

Foto: Arianna Paolella

 

Le giornate trascorrevano tra le lezioni alla mattina, il pranzo con la direttrice e i colleghi, un caffè rigorosamente italiano al Centro Culturale e poi di nuovo a lavorare: ricercare materiale didattico, confrontarsi con i colleghi, preparare le lezioni per i corsi serali e per il giorno seguente.

 

I pranzi con la direttrice e i colleghi erano sempre momenti piacevoli, in cui si parlava di lavoro, ma non solo; l’atmosfera era sempre serena e divertente – e poi in Turchia si mangia molto bene!

 

Il clima che si respirava al Centro era sempre di estrema giovialità e serietà allo stesso tempo. La disponibilità di tutto lo staff, l’interessamento per la mia situazione personale e lavorativa, mi facevano sentire che potevo sempre contare su di loro. In svariati momenti mi hanno aiutata e sostenuta, sono stati un punto di riferimento veramente fondamentale… Persone meravigliose che porterò per sempre nel mio cuore.

 

colleghi in turchia

Foto: Arianna Paolella

 

Ogni circostanza era un buon momento per festeggiare: compleanni, natale, carnevale… Allora lo staff faceva la spesa e organizzava delle lunghe tavolate in cui si condivideva del buon cibo e tante risate. Erano piacevolissime pause dal lavoro, svolto da tutti con entusiasmo e serietà.

 

Non solo con i colleghi, ma anche con gli studenti si è instaurato un rapporto di complicità, di stima e rispetto reciproco… Anche con loro non sono mancati pranzi, aperitivi e persino viaggi insieme!

 

Alla vigilia della mia partenza, con una classe in particolare abbiamo organizzato una gita ad Efeso, giornata meravigliosa! E ancora con un’altra classe abbiamo visitato luoghi di mare accanto a Smirne e condiviso tantissimi bei momenti. Un’esperienza magica, un’esperienza unica che mi ha arricchita a livello professionale ed umano.

 

insegnare italiano in turchia

Foto: Arianna Paolella

 

Il rientro

Già mi mancano i miei studenti, i miei colleghi, il traghetto che la mattina mi portava al lavoro, la bellezza dei tramonti sul mar Egeo, i mercati affollati. Ma soprattutto l’affetto e il calore delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare.

 

Una grande fortuna grazie al Centro Culturale Italiano “Carlo Goldoni” di Smirne, alla Direttrice, ai colleghi e a tutto lo staff, grazie ai miei studenti e grazie a voi di Scambieuropei.

 

Arianna Paolella

 

 

 

Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile