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Carriera internazionale: siamo davvero pronti? (parte 1)

Redazione

Come spesso accade quando si pensa al proprio futuro professionale, le idee che si hanno su una professione, su cosa concretamente significhi lavorare in un determinato ambito, sono piuttosto nebulose.

 

Le idee che ci facciamo hanno, infatti, per la maggior parte dei casi, origine nell’immaginario collettivo (gli ambasciatori passano maggior parte del loro tempo sorseggiando champagne in inutili ricevimenti o, al contrario, reggono sulle sole loro spalle le sorti della politica estera di un paese) o nelle narrazioni talvolta prodotte dai mass media (chi lavora per le ONG forse aiuta i trafficanti di essere umani o passa la maggior parte del tempo su una nave pattugliando il Mediterraneo).

 

La realtà è, in generale, molto più complessa: ciascun ambito professionale è articolato in una serie di mansioni e profili dei quali spesso non siamo neanche a conoscenza.

Se, da un lato, questo rende la nostra scelta più difficile, dall’altro la buona notizia è che ci sono molte più opportunità di inserimento di quanto si possa pensare a prima vista. In queste pagine trattiamo, evidentemente, di opportunità che ci portano all’estero, che ci fanno uscire dal nostro paese e incontrare culture anche molto diverse dalla nostra.

 

Due sono quindi le cose che dobbiamo domandarci prima di intraprendere qualunque passo verso l’estero:

  • Sono pronto/a lasciare la “sicurezza” data dal vivere in un paese nel quale so come muovermi per trasferirmi in un  altro…”sconosciuto”?

 

  • E se fossi interessato/a a lavorare in settori non tradizionali, quali la diplomazia, le organizzazioni internazionali e Ong, come farei a sapere in concreto cosa fanno e in quali contesti operano?

 

Se, infatti, immaginare di lavorare in banca in Italia o all’estero non pone troppi interrogativi, lavorare all’estero e in contesti lontani dal nostro quotidiano invece si: a cosa dovrei adattarmi?

Sarei in grado di gestire situazioni anche delicate? Le conoscenze acquisite in aula negli anni universitari sono sufficienti per affrontare un’esperienza professionale all’estero?

 

La realtà è che, finché non sperimentiamo su di noi cosa significhi tutto questo, potersi dare una risposta certa non è possibile!

 

Per questo motivo, da quasi 20 anni ormai, l’Associazione Diplomatici – ONG con status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) – consente agli studenti universitari di compiere importanti esperienze formative all’estero basate sul “learning- by-doing”.

 

Una tra le tante e varie iniziative a sostegno dell’orientamento alle carriere internazionali di Diplomatici è World in Progress – Study Visits, il cui obiettivo è consentire a giovani laureati e neolaureati di fare un viaggio nella conoscenza non solo di un paese particolarmente significativo da un punto di vista delle attuali relazioni internazionali, ma anche un viaggio in sé stessi, alla ricerca di risposte su chi desidero essere e cosa voglio fare della mia vita professionale.

 

Pensati per ragazzi e ragazze che hanno interesse e curiosità intellettuale per tutto quello che  accade nel mondo, queste esperienze non vanno confuse con i tradizionali viaggi turistici: si va alla ricerca delle motivazioni profonde di conflitti, come nel caso di Israele e Territori Palestinesi, della ricostruzione post-conflitto, come in Kosovo, o del ripensamento strategico e militare del Giappone nello scacchiere asiatico, dei temi della libertà dei media e società civile in Turchia, etc.

 

In ciascuno di questi viaggi, i partecipanti hanno l’opportunità di incontrare ed interagire in prima persona con esponenti delle istituzioni locali, della nostra diplomazia, così come delle organizzazioni internazionali governative e non, e della società civile locale.

 

Confrontandosi con realtà molto distanti dalla propria, sia per cultura (Qatar) che per situazioni come quelle caratterizzate da crisi umanitarie croniche (Territori Palestinesi) o da gravi squilibri sociali (Messico), ci si interroga sull’impegno che ciascuno di noi deve mettere nel rendere questo mondo un posto migliore per tutti.

 

E se scopro che il mio contributo può andare oltre a quello che pensavo prima di partire, e cioè impegnarmi da un punto di vista professionale, il viaggio sarà servito anche a fare scelte importanti per il mio futuro.

 

Esiste un’alternativa che Associazione Diplomatici offre per orientarsi alle carriere internazionali?

Certo…ne parleremo nel prossimo post!

 

Digital Strategist e Marketing Manager di Scambieuropei; con una grande passione per la musica, il cinema, i viaggi e i Podcast.