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Simboli di Napoli: origine, storia e significato della città partenopea

simboli di Napoli
Redazione

Ogni città ha i suoi simboli che la raccontano e la identificano. Scopriamo insieme 30 simboli di Napoli e la loro origine!

Simboli di Napoli e Architettura: i 10 monumenti simbolo della città



Per parlare dei simboli di Napoli partiamo dai luoghi più iconici della città, imprescindibili sicuramente per uno sguardo curioso sulla città partenopea!



1. Castel dell’Ovo

simboli di Napoli Castello Ovo


Castel dell’Ovo sorge sull’Isolotto di Megaride, tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope.


È il castello più antico della città di Napoli, la sua prima edificazione risale addirittura al I secolo a.C., all’epoca della Neapolis romana.


Al suo nome è legato il poeta latino Virgilio: si dice infatti che il Castel dell’Ovo debba il suo nome all’uovo che il poeta stesso avrebbe nascosto nei sotterranei del castello e che da quello stesso uovo “pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino”.


Oggi Castel dell’Ovo è visitabile, nelle sue bellissime sale si tengono convegni e prestigiose mostre artistiche.



2. Maschio Angioino


Il Maschio Angioino, anche detto Castel Nuovo, è il castello medievale più importante della città di Napoli; di epoca angioina, fu edificato nel 1266 per volontà di Carlo I D’Angiò per celebrare la vittoria contro gli Svevi e Napoli nuova capitale del Regno di Sicilia.


La costruzione domina Piazza del Municipio e fa parte del quartiere San Ferdinando, è molto vicino a Castel dell’Ovo e dunque al Golfo.


Il Maschio è oggi è visitabile e ospita, oltre alla bellissima Cappella Palatina, il Museo Civico e la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.



3. Palazzo Reale

simboli di Napoli Palazzo Reale



Nella centralissima Piazza del Plebiscito sorge Palazzo Reale: edificio storico di grande importanza, la cui costruzione comincia nel 1600 e dura più di due secoli.


Le sale sfarzose e imponenti di Palazzo Reale hanno fatto da residenza ai regnanti della città (nell’ordine: spagnoli, austriaci, Borbone, francesi e Savoia); oggi è di proprietà dello Stato e funziona da polo museale, oltre a essere sede della Biblioteca Nazionale, la cui sezione incunaboli, dedicata ai primi libri a stampa, è tra le più importanti d’Europa per valore testimoniale.



4. Duomo



Il Duomo di Napoli è una delle Chiese più maestose e importanti della città di Napoli; sorge sul lato est dell’omonima Via Duomo, in pieno Centro Storico.


Il Duomo di Napoli è sicuramente famoso per lo svolgimento del rito religioso più importante per la città di Napoli: al suo interno infatti, nella Reale cappella del Tesoro di san Gennaro, avviene ogni anno il miracolo dello scioglimento del sangue e sono custodite le reliquie del Santo patrono della città.



5. Monastero di Santa Chiara


Su via Benedetto Croce in prossimità di Piazza del Gesù nuovo si trova uno dei complessi monastici più importanti della città: il Monastero di Santa Chiara.


Aperta al culto dal 1330, troviamo al suo interno un ciclo di affreschi di Giotto, sicuramente il lascito più importante del maestro della prospettiva nella città di Napoli.


Da visitare assolutamente i quattro chiostri monumentali, e in particolare il chiostro maiolicato, miracolosamente scampato ai bombardamenti di Napoli della Seconda Guerra Mondiale, che pure interessarono parti del monastero.





6. Castel Sant’Elmo: tra i simboli di Napoli meno conosciuti)



Castel Sant’Elmo è un castello medievale che svetta sulla parte alta della città; si trova infatti nei pressi di San Martino, punto più alto del quartiere Vomero.


Oggi ospita stabilmente il Museo Napoli Novecento 1910-1980.


Dalla sua posizione (250 m slm) si può osservare tutta la città, il golfo, e le strade che dalle alture circostanti conducono alla città.



7. Napoli sotterranea



Il substrato della Napoli sotterranea sorregge la città da oltre 5000 anni e racconta le vite passate della città stratificate nel tempo.


I sotterranei furono utilizzati anche come rifugi antiaerei per proteggersi dai bombardamenti  che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale.


Finalmente, oggi il sottosuolo di Napoli è visitabile tramite un percorso topografico-esplorativo sotterraneo, uno delle più importanti tappe del turismo sotterraneo europeo!



8. Cimitero delle Fontanelle

 
 
 
 
 
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Il Cimitero delle Fontanelle si trova nel pieno del rione Sanità, uno dei quartieri più ricchi di storia e tradizione di Napoli.


Si tratta di un ex ossario che conta un numero imprecisato di persone, per lo più i morti che a Napoli si ebbero nella grande peste del 1656 e durante l’epidemia di colera del 1836.


Il cimitero, oggi visitabile, trasuda storia in ogni angolo; noto è anche un rito, detto delle “anime pezzentelle“, che si svolgeva al suo interno: la cura da parte di un napoletano di un determinato cranio di un’anima abbandonata, in cambio di protezione e buonaurie (dal napoletano, letteralmente “buon augurio”)



9. Palazzo Donn’Anna: tra i simboli della Napoli maestosa e decadente



Maestoso e decadente, Palazzo Donn’Anna non solo è un simbolo, ma potrebbe essere la sineddoche della città di Napoli.


Immerso nel mare della bella Posillipo, è un palazzo monumentale del Seicento voluto dalla nobildonna Anna Carafa.


Ha la peculiarità di avere la sua entrata principale che dà sul mare, ed è possibile vedere ancora oggi gli inquilini servirsene attraverso l’uso di piccole barche a remi.



10. Parco Virgiliano



Il Parco Virgiliano è, insieme al Real Bosco di Capodimonte, il parco urbano più importante della città di Napoli.


Sorge anch’esso nel quartiere Posillipo, deve il suo nome al grande poeta latino, sepolto proprio a Napoli.


Lo scegliamo tra i simboli di Napoli per il suo bellissimo punto visuale: in un solo colpo d’occhio infatti, è possibile osservare le isole di Procida, Ischia e Capri, l’isolotto di Nisida, il golfo di Pozzuoli, il golfo di Bacoli ed il promontorio di Capo Miseno, Monte di Procida, e dall’altro lato il Vesuvio, la costa vesuviana, la Penisola Sorrentina, la Baia di Trentaremi con i suoi resti archeologici ed il centro storico di Napoli.



Simboli di Napoli e tradizione popolare: i 10 personaggi simbolo della città

A Napoli da sempre si mescolano sacro e profano, magico e quotidiano, realtà e superstizione: ecco perché in questa sezione abbiamo scelto 10 simboli di Napoli che rappresentano un patrimonio comune per i napoletani: personaggi realmente esistiti o frutto di credenze popolari!



1. Pulcinella

simboli di Napoli Pulcinella



Pulcinella è la maschera napoletana della commedia dell’arte: simboleggia l’uomo semplice che cerca di affrontare tutti i suoi problemi con il sorriso.


La maschera di Pulcinella ha origini antichissime, ma le sue attuali connotazioni culturali si devono ad Antonio Petito, un grande interprete ottocentesco della maschera.


Quando sarai a Napoli non perdere l’occasione di divertirti ed incontrare i tanti Pulcinella in giro per la città per scattare una foto!



2. ‘O munaciello: tra i simboli di Napoli esoterica



Il Munaciello è una figura leggendaria del folclore napoletano: è in sostanza uno spiritello dispettoso che abita le case di Napoli e può portare sia fortuna che sventura.


Il popolo napoletano gli ha conferito nel tempo poteri magici, arricchendo la storia della tradizione napoletana, già ricca di superstizioni, fantasmi, segreti e spiritelli provenienti dai racconti di ogni epoca.


La figura del munaciello è evocata anche da Paolo Sorrentino, all’inizio del suo film “È stata la mano di Dio“.



3. San Gennaro

simboli di Napoli San Gennaro



San Gennaro è il patrono principale di Napoli, e la sua figura è storicamente oggetto di culto e di folklore.


A San Gennaro sono attribuiti diversi miracoli, tra i quali, sicuramente, il più importante è il terzo (datato 16 dicembre 1631): un’eruzione del Vesuvio minacciava di arrivare fino a Napoli, con la lava che era ormai alle porte della città; i napoletani, appellandosi a San Gennaro, portarono in processione le sue insegne fino al Ponte dei Granili e la lava si arrestò, salvando Napoli dalle incandescenze del vulcano.



4. Masaniello



Masaniello, il cui vero nome è Tommaso Aniello d’Amalfi, è stato il capopopolo napoletano della rivolta del luglio 1647 contro le crescenti pressioni fiscali imposte dal governo vicereale spagnolo.


Oggi la figura di Masaniello è protagonista di visioni contrastanti: tra chi esalta la sua carica di rivalsa popolare e chi la declassa a incitatore populista e demagogo; è da questa seconda visione del personaggio che deriva il modo di dire “essere un Masaniello” o “fare il Masaniello”.



5. Totò: tra i simboli di Napoli per la sua comicità



Totò è sicuramente tra i simboli di Napoli per quanto riguarda la comicità.


Tra cinema, teatro e televisione si è fatto portatore di un modo di fare commedia senza tempo: popolare, irriverente e mai volgare.


Il ricordo della sua figura è vivo ancora oggi in tutta Napoli, in particolare nel quartiere Sanità, di cui era originario il Principe della Risata.



6. Roberto Murolo



Anche Roberto Murolo è da annoverare tra i simboli di Napoli, essendo il padre della canzone classica napoletana.


La produzione musicale di Murolo è sterminata: ha inciso, nella sua lunga carriera, più di 400 brani, i più famosi dei quali ancora oggi conosciutissimi anche dai napoletani più giovani!



7. I pastori dei presepi napoletani

simboli di Napoli presepe



Anche questi personaggi in miniatura meritano un posto di rilievo nel novero dei simboli di Napoli!


L’arte presepiale napoletana ha una storia millenaria, e mantiene ancora oggi i suoi principali tratti distintivi, una su tutte il realismo delle scenografie e dei personaggi!


Val sicuramente la pena percorrere, durante un viaggio a Napoli, la celeberrima Via San Gregorio Armeno, la via dei Presepi ormai allestita tutto l’anno e non solo nel periodo natalizio.



8. Partenope la sirena: uno tra i più suggestivi simboli di Napoli

La statua dedicata alla sirena Partenope a Piazza Sannazaro, Napoli.


La sirena Partenope è uno dei più importanti simboli di Napoli: alla sua figura è legato il mito fondativo della città.


La sirena Partenope, le cui vicende vengono narrate nell’Odissea di Omero, si suicidò per la resistenza che Ulisse osò opporre al suo canto melodioso.


In preda ai flutti e alle correnti marine, la sirena fu portata proprio tra gli scogli di Megaride (dove oggi sorge Castel dell’Ovo).


Lì fu trovata da dei pescatori che la venerarono come una dea: una volta approdato sull’isolotto, il corpo di Partenope si dissolse trasformandosi nella morfologia del paesaggio di Napoli, il cui capo è appoggiato ad oriente, sull’altura di Capodimonte, ed il piede ad occidente verso il promontorio di Posillipo.



9. La Smorfia napoletana



Come non menzionare tra i simboli di Napoli i personaggi della smorfia napoletana!


La smorfia napoletana è una sorta di “glossario” in cui ad ogni personaggio, azione, situazione occorsa nella realtà o soprattutto in sogno corrisponde un numero od una serie di numeri da giocare al lotto.


Il nome smorfia sarebbe legato nella sua etimologia a Morfeo, il dio del sonno per i greci, in quanto c’è uno stretto collegamento tra i numeri da giocare e la dimensione onirica; ogni napoletano nutre la speranza di incontrare nel sogno uno dei suoi trapassati che gli fornisca i numeri vincenti alla prossima estrazione!



10. Diego Armando Maradona: simboli di una Napoli legata al calcio

simboli di Napoli Maradona



A Napoli Diego è Diego, l’idolo e l’orgoglio di più di una generazione di napoletani; un argentino così tanto connaturato ormai alle genti di Napoli che è sentito come un concittadino, un fratello.


Diego Armando Maradona è stato il calciatore più forte di tutti i tempi ed ha giocato a Napoli, portando alla squadra cittadina i primi due scudetti della sua storia, gli unici fino alla recente vittoria del terzo scudetto per cui in città ancora si festeggia!



Simboli di Napoli e cucina tradizionale: le 10 preparazioni culinarie simbolo della città

Napoli è anche buon cibo: non possono mancare tra i simboli di Napoli le ricette e le preparazioni che più identificano la cucina partenopea!



1. La pizza napoletana: tra i simboli di Napoli per antonomasia

simboli di Napoli pizza



La pizza napoletana è una delle tipologie di pizza più amate in tutto il mondo!


La tradizione della pizza a Napoli è importantissima, ed in via di crescente riconoscimento: la manualità con la cui si prepara è il vero tratto distintivo della pizza napoletana, tanto che la tecnica dello schiaffo, la modalità di stesura della pizza tradizionale napoletana, è da pochi anni Patrimonio dell’Unesco.



2. La sfogliatella

simboli di Napoli sfogliatelle


Altro sacro Graal della gastronomia napoletana: sua maestà la sfogliatella!


Che sia riccia o frolla, è forse il dolce più iconico della cucina partenopea, conosciuto ed esportato in tutto il mondo.



3. La frittata di maccheroni



Molte delle preparazioni gastronomiche della cucina napoletana riguardano il recupero e l’antispreco; tra queste, sicuramente un posto di rilievo merita la frittata di maccheroni, tipica pietanza “da viaggio” che i napoletani prediligono per un pranzo al sacco.


Si parte dagli spaghetti (o anche altri formati di pasta) avanzati da un pasto precedente e ravvivati con uova e altri condimenti per poi essere fritti in padella lato per lato.



4. La pizza fritta: tra i simboli di Napoli nel dopoguerra

simboli di Napoli pizza fritta



La pizza fritta merita un posto a parte nel novero della cucina napoletana rispetto alla sua omologa cotta al forno, perché racconta tanto dell’indole dei napoletani.


Il disco di pasta è lo stesso della pizza tradizionale, ma viene farcito solo al centro e poi richiuso a mezzaluna per poi essere fritto in olio.


La grande diffusione della pizza fritta risale al secondo dopoguerra, quando a seguito dei bombardamenti di Napoli la maggior parte dei forni della città furono distrutti: non volendosi privare della pizza, i napoletani pensarono di friggerla, creando così un prodotto nuovo.


Classico esempio di problem solving in stile napoletano!



5. La pastiera napoletana



La pastiera è un dolce tipico della tradizione pasquale napoletana.


L’ideazione di questo dolce, secondo una leggenda, rimanda addirittura a Partenope e ai riti pagani in uso nell’età precristiana, durante i quali si offrivano agli dei i doni della natura: tra cui il grano e le uova, ingredienti principali della pastiera.


La prima ricetta scritta è datata 1693 e compare nel trattato di cucina Lo scalco alla moderna di Antonio Latini, scritto e pubblicato a Napoli, città in cui lo stesso autore lavorò come cuoco al servizio del primo ministro del viceré Francisco de Benavides.



6. Il casatiello o tortano



Restando in tema di piatti pasquali non si può non citare il casatiello (o tortano), preparazione salata tipica che si prepara in tutte le case napoletane.


Si tratta di un pane salato impastato con lo strutto e infarcito di diversi salumi, formaggi e infine uova.

Il casatiello è anche il tipico pranzo al sacco durante le gite fuori porta del giorno di pasquetta!



7. Il ragù napoletano



Il ragù napoletano è il piatto tipico della domenica partenopea.


La sua preparazione è una delle ritualità domestiche napoletane e comincia addirittura il sabato sera, col ragù che viene lasciato pippiare, ovvero cuocere a fuoco bassissimo, fino all’alba della domenica.


A differenza dell’omologo bolognese, il ragù napoletano non prevede che la carne sia tritata, bensì cotta a pezzi grossi che in parte si sfalderanno durante la lunga cottura a bassa temperatura.


Ci si accorge dell’ultimata cottura dal colore, che non dev’essere rosso intenso ma tendente al nero, per la precisione color palissandro scuro.



8. Babà napoletano



Il babà napoletano è un altro dei simboli di Napoli per quanto riguarda la cucina.


Di origine francese, ha espanso notevolmente la sua notorietà grazie alla pregevole sua variante elaborata dai pasticceri napoletani.


È peculiare la sua forma a fungo e la bagna al rum speziato in cui viene immerso una volta cotto e prima di essere servito.



9. Ziti alla genovese


Altro protagonista del pranzo domenicale a Napoli al pari del ragù.


La genovese, a dispetto del nome, è un piatto “napoletanissimo” e si prepara facendo cuocere per molte ore (almeno 6 o 7) pezzi di carne di manzo e maiale (gli stessi del ragù) insieme a molte, moltissime cipolle.


Col passare delle ore gli ingredienti si legheranno fra loro dando vita ad un condimento esplosivo e molto saporito!



10. La frittura di paranza



Tipica di Napoli è anche sicuramente la frittura di paranza: un fritto misto di pesci di piccola taglia che prende il nome dall’omonimo tipo di barca usata per pescarli.


I pesci utilizzati per questo tipo di frittura sono solitamente triglie, sogliole, merluzzetti, alici, mazzoni ed altre varietà da mangiare con una buona spruzzata di limone.




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Project designer e manager nel no-profit con esperienza di 5 anni nel campo. Trainer e formatrice specializzata nell’educazione non formale per giovani e adulti e nell’apprendimento interculturale. Appassionata di viaggi e della cucina dei posti che visita, di fotografia, psicologia e sport.