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Linguaggio formale: quali sono le sue caratteristiche e quando si usa

Redazione

Conoscere il linguaggio formale è importante per sapersi muovere in diversi contesti, dalla scuola al mondo del lavoro

Conoscere una lingua, anche la lingua madre, non basta per comunicare in maniera efficace. La differenza tra linguaggio formale e informale, ad esempio, è importante per risultare sempre cortesi ed evitare figuracce quando parliamo con degli sconosciuti.



Ma quali sono le caratteristiche del linguaggio formale in italiano? E, soprattutto, quando si usa? Facciamo un po’ di chiarezza.

Linguaggio formale: quando si usa

linguaggio formale

La scelta tra linguaggio formale e informale dipende dal contesto e dal rapporto tra le persone che comunicano.


Anzitutto, il linguaggio formale si usa per essere gentili con persone che non si conoscono. Può essere il caso di una persona adulta che incontriamo in un luogo pubblico (ad esempio in stazione, sull’autobus, in un ufficio).



Oltre a queste situazioni, è importante usare un linguaggio formale anche in contesti educativi e professionali: con i professori a scuola e in università, a un colloquio di lavoro, con il proprio capo in ufficio o con un cliente durante un incontro di lavoro.



Questo perché il linguaggio formale si usa per dimostrare rispetto e cortesia, dunque è molto importante saperlo usare consapevolmente per evitare di risultare sgarbati o di fare una cattiva impressione alla persona con cui stiamo parlando.



Saper alternare il linguaggio formale e quello informale è importante non solo nella propria lingua madre, ma anche quando si impara una lingua straniera. Per ora, però, ci concentreremo unicamente sul linguaggio formale italiano.

Linguaggio formale: caratteristiche dell’italiano

Saluti e formule di cortesia

linguaggio formale lavoro

Se parliamo con una persona in modo formale, la prima regola è dare del Lei.

Mi scusi, posso parlarle?

Prego, si accomodi!

Senta, avrei bisogno di parlare con lei.

Quando scriviamo un testo, come una lettera o una mail, invece, possiamo sottolineare la forma di cortesia usando la lettera maiuscola per Lei e tutti i pronomi (La, Le) che si riferiscono a questa persona.



Non dimentichiamo, poi, le formule di cortesia come gentile, gentilissimo/a, spettabile, egregio/a + Signor/a, Professor/essa, Dott./ssa.



Importantissimi, infine, i ringraziamenti e i saluti (cordiali, ovviamente!). Alcune opzioni: cordiali saluti, cordialmente, distinti saluti, Le porgo i miei più distinti saluti.



Mettendo tutto insieme, dunque, una mail formale dovrebbe avere più o meno questo aspetto:

Gentile Dottoressa,

Le scrivo per chiederLe se è possibile fissare un appuntamento per una visita venerdì 25 alle ore 09:00. Se non fosse possibile, Le chiederei gentilmente se può indicarmi una data o un orario alternativo.

La ringrazio in anticipo per la disponibilità.

Cordiali saluti,

Marco Rossi

La scelta delle parole

In ogni lingua esistono diverse parole ed espressioni dotate di un significato uguale o simile, ma che si differenziano per la loro formalità.


Ad esempio il verbo “fare“, dal significato generico, è meno formale di “eseguire” o “svolgere“. “Vestito” è meno formale di “capo d’abbigliamento” e “mal di testa” è meno formale di “emicrania“.



In generale, quindi, possiamo dire che quando si vuole usare un linguaggio formale è meglio scegliere i sinonimi più eleganti e meno comuni.



Sono da evitare, in generale, le parole dal significato molto generico, come: “cosa”. È meglio scegliere una parola dal significato più specifico, come nell’esempio:

Questa cosa è molto seria e tutti dovremmo parlarne.

= Questo problema è molto serio / Questa faccenda è molto seria / La questione è molto seria…


Sempre rispetto alla scelta delle parole, dobbiamo ricordare anche che nel linguaggio formale si devono evitare le ripetizioni – quindi, se stiamo scrivendo, è sempre una buona idea avere un dizionario a portata di mano.

La costruzione delle frasi

Anche la costruzione della frase cambia da un un discorso informale a un discorso formale. Vediamo alcune differenze:

  • Forma impersonale: nel linguaggio informale posso dire “io” o “noi” (es. dobbiamo risolvere in fretta questo problema); nel linguaggio formale invece è meglio usare forme impersonali (es. si deve risolvere questo problema)
  • Forma passiva: nel linguaggio formale è molto usata – es. il governo ha aumentato le tasse > le tasse sono state aumentate.
  • Nominalizzazioni: significa trasformare una frase con un verbo in un nome: es. i cittadini hanno protestato perché il governo ha aumentato le tasse > i cittadini hanno protestato contro l’aumento delle tasse.

Oltre all’italiano…

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Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile