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Leggende Sardegna: le storie e i miti più affascinanti

Leggende Sardegna
Redazione

Leggende Sardegna: ecco alcuni miti e leggende che contribuiscono a intensificare il fascino e il mistero che aleggiano su questa terra.


La Sardegna è una terra affascinante e misteriosa conosciuta in tutto il mondo per la natura incontaminata, le spiagge paradisiache e il patrimonio archeologico.


Il fascino dell’isola è legato anche a miti e leggende sarde che si tramandano di generazione in generazione e che hanno profondamente forgiato l’immaginario collettivo. Preparati a conoscere alcune delle storie, dei miti e delle leggende più note del folklore isolano.




Leggende Sardegna: i nomi, i luoghi, i fatti


1. Cosa significa Ichnusa?



Ichnusa è un termine che deriva dal greco e significa “impronta“. Questo era il nome con cui i naviganti greci avevano denominato la Sardegna per la caratteristica forma che ricorda l’orma di un piede.


Antiche leggende sarde narrano che un tempo ci fosse un unico grande continente lussureggiante e prospero in cui l’umanità viveva una vita felice e spensierata. Ma un giorno Dio si infuriò e i mari si agitarono e l’oceano iniziò a sommergere e devastare il meraviglioso continente.


Quando Dio si rese conto del danno che stava causando all’umanità placò la sua rabbia e salvò una piccola porzione di terra emersa posandovi sopra il suo piede, donando a questa terra la forma di un’impronta e salvando ciò che era rimasto del fascino dell’antico continente.




2. Cos’è la Sella del Diavolo?


La Sella del Diavolo è un promontorio molto noto che separa il Poetto, il lungomare più conosciuto della città di Cagliari, dalla spiaggia di Calamosca.


La leggenda vuole che gli angeli avessero chiesto a Dio una terra incontaminata in cui vivere. Dopo un lungo periodo di ricerca gli angeli posarono gli occhi sulla Sardegna e lì si trasferirono. Questo scatenò l’ira di Lucifero che, invidioso, tentò di impossessarsi dell’isola.



Scoppiò una battaglia che si combatté sopra i cieli del golfo e si concluse con la sconfitta di Lucifero. Dopo essere stato disarcionato dal suo cavallo il diavolo perse la sua sella, che cadde al suolo calcificandosi nel promontorio che oggi prende il suo nome.




3. Halloween in Sardegna: Is Animeddas



La tradizione vuole che, in occasione della celebrazione relativa al ricordo dei defunti, i bambini vadano di casa in casa a chiedere “is animeddas“, cioè un dono per “le piccole anime”.


Questa usanza tuttora diffusa in Sardegna ricorda molto halloween perché i bambini che non ricevono i dolci minacciano gli adulti con qualche scherzo.

Durante “is animeddas” gli adulti ricordano i loro morti raccogliendosi attorno al focolare, raccontandosi storie del passato e leggende sarde. Inoltre, celebrano la memoria dei defunti consumando insieme la cena.


In alcune parti dell’Isola era usanza lasciare la tavola apparecchiata tutta la notte per permettere ai parenti defunti di nutrirsi.




Leggende Sardegna: figure leggendarie



4. La donna sarda che uccide gli uomini: S’Accabbadora



Una delle figure più note dei miti e delle leggende in Sardegna è quella de “S’Accabbadora” la cui traduzione letterale è “colei che pone fine” (in sardo “accabbai” significa “finire”).


S’Accabbadora è una donna vestita di nero che si dice ponesse fine alle sofferenze degli uomini in fin di vita per volontà della famiglia o del moribondo. Pare che la donna agisse di notte, a viso coperto, e che, dopo aver compiuto dei riti magici, ponesse fine alla vita dell’uomo con un cuscino, per soffocamento.


Secondo gli antropologi s’accabbadora si limitava a confortare le famiglie e accompagnare i moribondi nel trapasso e che per questo rivestiva un importante ruolo sociale, culturale e religioso all’interno della comunità.




5. La paralisi del sonno: S’Ammutadori


Il fenomeno della paralisi del sonno è in realtà ben noto nella letteratura scientifica e prende il nome di paralisi ipnagogica.


Nella tradizione sarda si narra che fosse un demone ad impedire il risveglio e a causare questa paralisi, S’Ammutadori. Si riteneva che lo spirito fosse in grado di prendere il controllo dei sogni delle sue vittime e che fosse in grado di provocare senso di soffocamento e angoscia nella fase del risveglio.


Questo genere di demone, associato al demonio della tradizione cattolica, poteva essere allontanato tramite appositi scongiuri chiamati “brebus”, ossia “verbo”.





6. Sa Brebadora


Sa Brebadora è colei che detiene la conoscenza antica degli scongiuri e di alcune frasi magiche dal valore apotropaico, i brebus appunto- usati per cacciare gli spiriti malvagi.


I brebus (termine traducibile con “parola” o “verbo”) venivano recitati in sardo antico all’interno di un misterioso e articolato rituale di origine pagana.


La conoscenza degli scongiuri sembra che appartenga solo ad alcune famiglie, che li tramandano alle generazioni successive seguendo una discendenza matrilineare.


Si dice che, una volta “ceduto il verbo”, l’anziana perda il potere miracoloso e terapeutico che deteneva, il quale viene tramandato alla giovane brebadora.






7. Le fate sarde: le Janas



Le Janas sono le fate benevole della tradizione sarda e si narra che vivessero nelle famose Domus de Janas, piccoli monumenti scavati nella roccia, che in realtà sono tombe di età pre-nuragica.


Secondo le leggende sarde le fate mettono a disposizione la loro magia per chiunque ne abbia bisogno e passano il loro tempo a tessere un telaio fatto d’oro.




8. La parca sarda: Sa Filonzana



Sa Filonzana è la parca della tradizione sarda che passa il tempo a tessere un filo sottile che rappresenta la sorte e per questo detiene il potere di vita e di morte.


La parca sarda viene raffigurata come una donna anziana, con una gobba estremamente pronunciata e il volto coperto da una maschera grottesca, cattiva e ambigua; infatti non è un caso che sa filonzana sia anche una maschera tipica del carnevale sardo.





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9. L’uomo nero nella tradizione sarda: Mommotti

Chiudiamo la rassegna “Leggende Sardegna” con una figura molto conosciuta dai bambini sardi. Mommotti è l’uomo nero, evocato spesso da genitori esasperati per spaventare bambini capricciosi.


Viene descritto come un uomo vestito di nero, coperto in viso, che passa di casa in casa per portare via i bambini che fanno i capricci.


In alcune parti della Sardegna si dice che Mommoti vada in giro per il paese dopo il calar del sole, per rapire i bambini che non rincasano prima del tramonto.





Digital Strategist e Marketing Manager di Scambieuropei; con una grande passione per la musica, il cinema, i viaggi e i Podcast.