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Le più belle citazioni della letteratura inglese

letteratura inglese
Redazione

Sei un amante della lettura? Allora non puoi perderti questo magazine sulle citazioni più belle della letteratura inglese!

Pur essendo un paese relativamente piccolo, l’Inghilterra ha regalato al mondo alcuni degli scrittori più famosi della storia. Basta pensare a nomi come William Shakespeare, Jane Austen e J.K. Rowling per capire quale forte impatto la produzione letteraria inglese abbia avuto, nel corso dei secoli, su tutti gli amanti dei libri nel mondo.

Le citazioni da cui trarre ispirazione sono tantissime, ma ce ne sono alcune che suonano particolarmente bene in lingua inglese. Ecco alcune delle nostre preferite!

“No one is useless in this world who lightens the burdens of another.”– Charles Dickens, Doctor Marigold (1874)

“Nessuno è inutile in questo mondo se è capace di alleggerire i pesi di un altro uomo.”

Con queste semplici parole, Charles Dickens spiega che chiunque riesca ad alleviare le preoccupazioni di qualcun altro, che sia un amico, un parente o uno sconosciuto, riuscirà a essere utile al mondo. La solidarietà tra gli esseri umani è qualcosa di infinitamente prezioso.

“If we had a keen vision and feeling of all ordinary human life, it would be like hearing the grass grow and the squirrel’s heartbeat, and we should die of that roar which lies on the other side of silence.” – George Eliot, Middlemarch (1874)

“Se avessimo una forte visione e percezione di tutta la vita umana quotidiana, sarebbe come sentire l’erba che cresce e il cuore dello scoiattolo che batte, e moriremmo di quest’urlo che esiste dall’altra parte del silenzio.”

Eliot ci dice che le persone vivono la vita passando attraverso diverse emozioni, che spesso non esternano e si tengono dentro. Se fosse davvero possibile avere cognizione di tutti i sentimenti che la gente prova, allora ci sentiremmo sopraffatti fino anche a morirne.

“It was a bright cold day in April, and the clocks were striking thirteen.”– George Orwell, 1984 (1949)

“Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi.”

Questo è l’incipit del capolavoro di Orwell: “1984”. Il libro parla di un futuro distopico in cui il Governo esercita un completo controllo sulla vita delle persone, che vengono forzate a credere in valori e concetti del tutto incorretti e spesso assurdi. Il colpo di genio dell’autore qui sta nel far capire al lettore che c’è qualcosa che non va nel mondo di cui sta leggendo tramite l’espediente di un orologio che, anziché arrivare fino al 12, prevede 13 ore.

“Life appears to me too short to be spent in nursing animosity or registering wrongs.”– Charlotte Brontë, Jane Eyre (1847)

La vita mi sembra troppo breve per spenderla ad odiare e a tener conto dei torti altrui.

Il personaggio di Charlotte Brontë lascia intendere che non ha intenzione di sprecare il suo tempo a essere arrabbiata con la gente o a rimuginare troppo a lungo sulle volte che si è sentita ferita. “Life’s too short” è diventato un modo di dire molto comune nel mondo anglofono. Forse si tratta di un insegnamento che pare scontato, ma quante volte riusciamo davvero a metterlo in pratica?

“We cast a shadow on something wherever we stand, and it is no good moving from place to place to save things; because the shadow always follows. Choose a place where you won’t do harm – yes, choose a place where you won’t do very much harm, and stand in it for all you are worth,  facing the sunshine.”E. M. Forster, A Room with a View (1908)

“Ovunque ci troviamo, noi proiettiamo un’ombra su qualcosa, ed è inutile spostarsi continuamente da un posto all’altro per migliorare le cose, perché l’ombra ci viene dietro. Bisogna scegliere un posto dove non si fa danno, e rimanerci ben saldi, affrontando la luce del sole.”

Forster si riferisce all’impossibilità di vivere la vita senza avere un qualche effetto sulle altre persone o cose. Qualsiasi cosa facciamo, è inevitabile ferire qualcuno o privarlo di qualcosa per viverlo noi stessi. Allora è meglio cercare di trovare un buon modo per vivere senza ferire troppo gli altri, cercando di goderci la vita che abbiamo.

“We are all in the gutter, but some of us are looking at the stars” – Oscar Wilde, Lady Windermere’s Fan (1892)

Wilde oscar

“Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle.”

Il termine “gutter” significa “canale di scolo”, quella parte della strada in cui finisce tutto lo sporco e il fango (che al tempo di Oscar Wilde doveva essere davvero tanto!). L’autore ci dice che gli esseri umani sono tutti molto lontani dalla purezza e dalla perfezione, vivono piuttosto in condizioni pietose. Tuttavia, alcuni di noi riescono a concentrarsi sulle cose che sono più grandi e belle di noi, senza perdere la speranza.

Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile