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Che lingua si parla a Malta: le lingue utilizzate sull’isola

Redazione


Malta è un paese minuscolo ma densamente popolato, con oltre 422.000 abitanti distribuiti su soli 316 chilometri quadrati di territorio.


Con le sue dimensioni si classifica come lo Stato membro più piccolo dell’Unione Europea e uno dei più densamente popolati.


Come molti paesi che si trovano “al confine” tra territori e nazioni più grandi, o che hanno avuto una storia di colonialismo e occupazione straniera, anche Malta è divenuta una Babele di lingue.


Ma che lingua si parla a Malta quindi? Quante lingue si parlano correntemente? E da dove deriva il maltese, con tutte le sue influenze straniere? Scoprilo con noi!


Che lingua si parla a Malta spiaggia

Che lingua si parla a Malta?

Le lingue ufficiali di Malta sono il maltese e l’inglese.

Il maltese, o malti, ha la particolarità di essere l’unica lingua esistente di origine semitica scritta in caratteri latini, l’unica lingua semitica ufficiale dell’Unione Europea.

L’influenza degli arabi che stabilirono un dominio sull’isola dal IX al XIII secolo è chiara nella lingua maltese le cui radici sono molto simili all’arabo.

I nomi dei luoghi, gli articoli e i numeri sono gli esempi più evidenti dell‘influenza araba sulla lingua.

La lingua ha assorbito molte parole derivate dall’inglese, dall’italiano e dal francese nel corso dei secoli e delle varie fasi di occupazione.

L’inglese è parlato in modo fluente ed è la lingua degli affari internazionali. Anche l’italiano è parlato da una parte dei maltesi, e molte parole maltesi somigliano del tutto all’italiano.

Il maltese come lingua scritta e definita con le sue regole grammaticali si è sviluppata solo dopo la seconda metà del 19° secolo.

Che lingua si parla a Malta città

1. Maltese

Il maltese suona strano ai visitatori, per il fatto che tre parole su dieci in maltese derivano dall’inglese, dal francese o dall’italiano, mentre il resto deriva dall’arabo.

Espressioni comuni come grazzi (grazie in italiano), skużani (mi scusi) e saluti come bonġu (bonjour in francese) o bonswa (bonsoir in francese), hanno quasi completamente sostituito i loro equivalenti maltesi.

Per questa flessibilità e la capacità di accogliere nuove parole da altre lingue, non molti maltesi sono in grado di scrivere bene in maltese.

Molti si lamentano infatti del fatto che il maltese scritto sia un vero e proprio incubo grammaticale.

Chissà se ciò è dovuto anche al fatto che il primo dizionario maltese è stato compilato nel 1766, ma è stato pubblicato solo nel 2015.


2. Inglese

Per moltissimo tempo la lingua maltese è stata abbandonata a se stessa, parlata dalla gente comune e ignorata da chi governava.


Questo forse ne ha assicurato la sopravvivenza. Con l‘arrivo degli inglesi nel 1800, l’inglese fu introdotto e rapidamente assorbito dai maltesi.


Oggi, una parte considerevole della popolazione preferisce parlare inglese o è cresciuta principalmente come madrelingua inglese.


Sia l’inglese che il maltese sono materie scolastiche obbligatorie nelle scuole.


Tuttavia, sebbene la stragrande maggioranza della popolazione parli inglese, la maggior parte preferisce parlare maltese con i connazionali.

3. Italiano

L’influenza italiana può essere molto sentita a Malta, dal cibo alla moda, e anche dal fatto che l’italiano è parlato da circa il 60% dei maltesi.

Questa influenza ha molteplici motivazioni: sin dai tempi antichi, le persone attraversavano l’Italia e la Sicilia per abitare sull’isola o per commerciare a Malta.

I romani, ad esempio, dedicarono molto tempo alla coltivazione dell’olivo e della vite. Più tardi nella storia, Malta è entrata a far parte del Regno di Sicilia, fattore che ha lasciato un segno evidente linguisticamente e culturalmente.


Nel 1530 l’italiano fu dichiarato lingua ufficiale dai Cavalieri di San Giovanni, e tale rimase fino al 1934.


In tempi più recenti, le emittenti televisive italiane furono praticamente le uniche emittenti sintonizzate dai maltesi per un periodo che durò circa 40 anni, tra il anni ’60 e 2000.


Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile