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Impressioni d’Oriente – Racconto di viaggio in Sri Lanka

Redazione

Il treno scorre lento e rumoroso lungo la costa est dello Sri Lanka, sfilando immense distese di piantagioni da tè, baraccopoli brulicanti di vita e sua maestà l’oceano indiano…

Scappo da Colombo con un giorno di anticipo: troppo caos, aria irrespirabile, cantieri aperti in ogni angolo che, considerando il contesto, fan pensare a sviluppo senza controllo.

Mi invade un senso di inquietudine.

Ultimamente sono stato in alcuni dei paesi più inquinati al mondo, e per la prima volta ho davvero messo in dubbio la capacità dell’uomo di gestire questa grande emergenza ambientale, provocata in gran parte dall’uomo stesso.

L’impatto emotivo misto a consapevolezza sa essere molto potente quando vivi le cose, quando tocchi con mano.

Come 10 mesi fa a New Delhi, nella settimana di emergenza per livello di particolato nell’aria (come in questi giorni tra l’altro), dove la sera sputavo materia marrone scuro e la mattina mi svegliavo con un posacenere svuotato in bocca, pur senza aver fumato una sola bionda.

Che fine faremo? ”

“Quando i dinosauri o altre specie si sono estinte non ci avranno capito un granché. Non avevano intelligenza e conoscenze sufficienti per prevedere ed evitare. E tanto più che la maggior parte delle estinzioni è dipesa da fattori terzi, totalmente estranei a chi ne ha subito le conseguenze.

L’Homo sapiens avrebbe invece quello che non avevano gli altri, probabilmente riusciremmo perfino a salvare la specie nonostante l’arrivo sulla terra di un grande meteorite (che poi dipende… grande quanto?!).

Ma il fatto che ci siam spinti fino a dove siamo ora, pur potendo evitare, vuol dire che tanta differenza rispetto a chi ci ha preceduto non la stiamo facendo in termini di salvaguardia della specie. Stiamo giocando col fuoco.

Certo, abbiamo pensato e creato di tutto e di più. Società complesse fondate sul diritto, costruzioni incredibili, viaggi nello spazio. Abbiamo milioni di dati e informazioni sulla questione climatica, misurazioni da suolo e da satelliti, grafici, modelli matematici, simulatori, fotografie e video ad altissima definizione.

Abbiamo super-calcolatori che ci danno scenari per il futuro, centri di ricerca che stilano rapporti e ricostruzioni su come si è modificato il clima e su come potrebbe evolvere nei prossimi anni.

Eppure eccoci qua, col pianeta che va a puttane e noi che guardiamo dall’altra parte.

Non sono uno scienziato, ma quello che vedo, che sento, che respiro e che leggo non mi piace per niente. Spero di sbagliarmi, spero che tutto rientri da qui ai prossimi 40 anni, restando sotto gli 1,5 gradi di aumento temperature, con emissioni zero dei paesi ONU.

Ma i fatti dicono altro, con giganti come USA e Brasile che alzano le spalle e città in cui si respira veleno tutti i giorni.

La principale differenza con i dinosauri sarà che, se un giorno ci estingueremo, noi lo faremo consapevolmente, lasciando tracce e spiegazioni su come ci siamo riusciti.”

Stefano Campanari, presidente Associazione Scambieuropei

Responsabile editoriale di Scambieuropei e coordinatrice delle piattaforme digitali. Da sempre interessata ai viaggi e al mondo della mobilità giovanile